L’isola offre un territorio di colori, sapori abitata da gente gentile e disponibile dov’è riuscita a insidiarsi una forma artistica fatta di particolari pitture, un’arte nata da movimenti di protesta che così esprimevano il loro dissenso nei confronti del potere. Oggi la Sardegna ospita alcuni dei murales più belli del mondo e che cambiano continuamente nel tempo: quelli più belli vengono generalmente aggiornati e rinfrescati, mentre i murales meno interessati vengono lasciati sbiadire o coperti da altri nuovi. Molti sono frutto del lavoro di studenti, altri invece sono opera di esperti artisti. Il muralismo è principalmente una forma d’arte popolare, colorata e vivace, un’espressione artistica da queste parti molto interessante e in grado di attirare con il passare degli anni le attenzioni di un numero sempre crescente di visitatori.
Particolare e semplice la tecnica usata dai muralisti sardi per la realizzazione di questi piccoli gioielli artistici. Gli artisti locali usano vernici ad acqua facilmente deteriorabili, probabilmente una scelta per favorire un’eventuale ritinteggiatura quando se ne avverte il bisogno o, per facilitare la scomparsa dei murales, e lasciare così solo il loro ricordo. Gli stili, poi, sono diversi: si passa dall’impressionismo all’iperrealismo, dalla pittura naif al realismo.
Diversi anche i paesi sardi famosi per i favolosi murales, tra gli itinerari più interessanti da segnalare quelli che portano ad Orgosolo e San Sperate. Sui muri degli edifici di questi paesi le pitture colorate narrano le grandi fatiche, le conquiste, le lotte e le storie quotidiane delle diverse comunità.
Orgosolo, uno dei paesi simbolo della Barbagia, si distingue proprio per i caratteristici murales, in bella mostra sui muri delle case del centro storico, sui muri degli edifici e nelle piazze. I murales di Orgosolo narrano storie diverse ma soprattutto raccontano le vecchie trazioni sarde: pastori che portano il gregge a pascolare, donne che raccolgono l’acqua o che lavano i panni, etc. Immagini belle e suggestive che ogni anno attirano lo sguardo di numerosi visitatori incuriositi dalle bellezze di queste opere. Ben 150 i dipinti ospitati lungo le strade della cittadina della Barbagia, una tradizione iniziata nel 1969 con il primo murale firmato da Dioniso, nome collettivo di un gruppo di anarchici. Qualche anno dopo, in onore della Resistenza e della Liberazione dell’ Italia dal nazifascismo, furono un insegnante senese e i suoi alunni a realizzarne diversi altri, prima del successivo contributo di altri molti artisti.
Discorso piuttosto simile per San Sperate, paese in provincia di Cagliari. Anche qui con il tempo si è molto diffusa la cultura dei murales, fino a far diventare il luogo sardo “Paese Museo”. Passeggiare lungo le pittoresche stradine di San Sperate significa fare un suggestivo e coinvolgente tour tra la magia di figure e colori dei tanti murales dipinti sui muri degli edifici. Da queste parti tutto ha avuto inizio nel lontano 1968 per merito dell’artista Giuseppe Sciola che, carico anche di una forte esperienza internazionale maturata attraverso i diversi viaggi all’estero, fu autore del primo murale. Da allora il comune è diventato una sorta di laboratorio creativo e grazie anche al contributo di alcuni artisti stranieri negli anni il numero di murales è aumentato a dismisura. Oggi San Sperate appare come un museo a cielo aperto, un luogo magico che ogni anno ospita tanti viaggiatori curiosi di vivere l’emozione di un’atmosfera davvero particolare.
La Sardegna è veramente un interessante concentrato di bei murales, da poter osservare anche lungo le strade di Fonni, Tinnura, Suni, Palau e San Gavino. recarsi in questi paesi significa fare un viaggio alternativo, alla scoperta delle vecchie tradizioni sarde e vivere momenti altamente suggestivi.